La ricerca di segnali microembolici in Neurosonologia è effettuata con la sonda ecografica posta sulle tempie o in regione occipitale a livello delle arterie cerebrali medie, o, in alternativa, dell’arteria basilare dopo introduzione, tramite un’agocannula periferica, di soluzione salina miscelata con aria e sangue o plasma expanders. La somministrazione effettuata la prima volta a riposo, viene ripetuta durante la manovra di Valsalva (una ispirazione profonda seguita da una espirazione forzata a glottide chiusa). La procedura non richiede alcun tipo di sedazione o preparazione, eccetto come detto l’inserimento di un’agocannula per la somministrazione della soluzione agitata.

Recentemente la metodica neurosonologica ha raggiunto degli standard elevati di sensibilità (prossima al 100%) e di specificità (>95%); nei confronti della TEE (Ecocardiografia Transesofagea), esame strumentale fino a qualche anno fa considerato “gold standard”, ma piuttosto invasivo, l’ecocolor doppler transcranico si propone come un utile strumento di screening data la sua maneggevolezza e non invasività. Consente, inoltre, anche un’ottima quantificazione funzionale della pervietà.

Il fenomeno dell’embolia paradossa si correla soprattutto con la PFO: Pervietà del Forame Ovale, una malformazione congenita che mette in comunicazione i due atri. In queste circostanze il ritorno venoso al cuore, eventualmente favorito da uno sforzo fisico o da una crisi ipertensiva, provocando un incremento della pressione nell’atrio destro e quindi il passaggio di sangue venoso nell’atrio sinistro, può consentire il contemporaneo transito nel circolo sistemico di emboli proveniente dai vasi venosi periferici profondi e determinare la “embolizzazione paradossa” con l’eventuale destinazione cerebrale (microischemia o ictus vero e proprio).
Il fenomeno dello shunt destro-sinistro si verifica nella popolazione sana dal 10 al 35% a seconda delle statistiche; la prevalenza nei soggetti con ictus ischemico criptogenetico è attualmente riconosciuta intorno al 40/50% e nei soggetti con ictus cerebrale giovanile (<45 anni) in più del 70% dei casi. Per concludere, ecco un elenco di categorie di soggetti eventualmente interessati a tale indagine preventiva:

  • Soggetti portatori di uno o più fattori di rischio vascolare di età <45 anni;
  • Soggetti portatori di fattori protrombogeni congeniti (iperomocisteinemia, antitrombina III, anticorpi antifosfolipidi ecc.);
  • Soggetti con anamnesi positiva per ictus cerebrale giovanile criptogenetico, non studiati;
  • Familiari stretti della categoria 3 e di soggetti con accertata positività per PFO;
  • Emicrania con aura o, comunque, cefalee complicate da segni neurologici;
  • Episodi di sordità improvvisa mono e bilaterale e vertigini centrali;
  • Tromboembolia arteriosa retinica con negatività per arteriopatia carotidea significativa;
  • Sindrome delle apnee nel sonno e BPCO;
  • Episodio di “amnesia globale transitoria”;
  • Anamnesi di flebopatie ricorrenti;
  • Recente frattura di ossa lunghe;
  • Subacquei

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