
L’ovaio policistico, noto anche come policistosi ovarica (PCO) o sindrome di Stein-Leventhal, è una condizione caratterizzata da ovaie ingrandite e policistiche – cioè ripiene di cisti di varie dimensioni – e da tre sintomi quasi sempre presenti (triade):
- amenorrea (assenza di mestruazioni),
- irsutismo (aumento della peluria),
- obesità.
I sintomi dell’ovaio policistico sono dovuti ad una situazione di anovulazione cronica, cioè un’assenza costante dell’ovulazione, associata ad un aumento della produzione e della secrezione degli ormoni androgeni (iperandrogenismo) in quantità variabile.
Cause
La più importante causa dell’ovaio policistico è l’iperandrogenismo, che è responsabile dell’irsutismo e, indirettamente, dell’anovulazione e dei disturbi del ciclo. L’eccesso di androgeni è dovuto ad una serie di alterazioni ormonali che caratterizzano la PCO e che sono un aumento dei livelli di LH – che mostrano ampie oscillazioni in rapporto ad una esagerata ed irregolare secrezione da parte dell’ipofisi (che produce LH) – e l’esaltata produzione di ormoni estrogeni ed androgeni da parte dell’ovaio. In particolare, è proprio l’irregolare – e spesso esagerata – secrezione di LH ad “iperstimolare” l’ovaio a produrre in abbondanza tali ormoni. Nella sindrome dell’ovaio policistico la concentrazione di FSH, sempre prodotto dall’ipofisi, è invece ridotta. Sono inoltre abolite le variazioni secretorie di LH ed FSH legate ad un ciclo mestruale ovulatorio. In circa il 30% delle pazienti affette si rileva inoltre un modico aumento della prolattina, con valori circa doppi rispetto a quelli osservati in soggetti normali.
Cosa provocano le alterazioni ormonali della sindrome dell’ovaio policistico?
Le elevate quantità di androgeni presenti in circolo vengono convertite in estrogeni a livello dei tessuti periferici, in particolare a livello del tessuto adiposo, ricco di enzimi il cui compito è proprio questa conversione. L’LH liberato in eccesso provoca aumento del volume dell’ovaio con iperproduzione di androgeni, che incrementano i processi di conversione periferica degli androgeni in estrogeni, perpetuando il circolo vizioso responsabile della sindrome dell’ovaio policistico. L’inadeguata secrezione di FSH e l’elevata concentrazione di androgeni all’interno delle ovaie, in cui si svolge la maturazione del follicolo, provocano una sua incompleta maturazione. L’incompleta maturazione di numerosi follicoli, a sua volta, determina la formazione di piccole cisti. Le ovaie sono in genere, ma non necessariamente, ingrandite.
Sintomi
La policistosi ovarica è caratterizzata da una spiccata variabilità delle manifestazioni cliniche. La sindrome si diversifica pertanto in modo notevole da una paziente all’altra sia per la presenza o meno di determinati sintomi, sia per la loro intensità e per le alterazioni ormonali rilevabili con i comuni esami di laboratorio. In un rilevante numero di pazienti si scopre che alcune importanti manifestazioni cliniche di questa malattia sono comparse già durante la pubertà: il menarca (prima mestruazione) avviene in genere all’età fisiologica, ma è subito seguito da irregolarità mestruali. Un eccessivo sviluppo dell’apparato pilifero si verifica subito prima od intorno all’età del menarca. Un eccesso di peso è presente in una quota di pazienti già prima del menarca. I disturbi del ciclo mestruale sono uno dei sintomi dell’ovaio policistico che più spesso portano la paziente a consultare il medico: possono aversi cicli anovulatori, oligomenorrea (poche mestruazioni, “cicli che ritardano”), sanguinamento uterini anomali, amenorrea, infertilità ed alterazioni della temperatura basale, che riflettono la mancata ovulazione. In qualunque momento, per una fluttuazione del livello degli estrogeni, possono spontaneamente verificarsi dei cicli ovulatori. Tra le donne affette da ovaio policistico, l’irsutismo è quasi costantemente presente, ma è, in genere, relativamente lieve. Talora è presente acne, mentre solo raramente si osservano quelli che vengono chiamati segni di virilizzazione, e che sono irsutismo, stempiamento, recessione della linea di attacco dei capelli sulla fronte, acne ed aumento della produzione di sebo (pelle grassa). L’obesità è presente in meno della metà delle pazienti colpite dalla sindrome dell’ovaio policistico.
Diagnosi
La diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico si basa prevalentemente sulla clinica e, nella maggior parte dei casi, non presenta particolari difficoltà. Un colloquio accurato con la donna, che metta in luce la progressione cronologica dei sintomi, riveste particolare importanza. Nella PCO un esame accurato, poi, fornisce un’informazione sufficientemente precisa delle alterazioni ormonali.
Prelievo ematico per dosaggi ormonali. Il quadro ormonale della policistosi ovarica è caratterizzato da: valori elevati di LH con accentuata variabilità tra un prelievo e l’altro; valori medio-bassi di FSH con rapporto LH/FSH aumentato; livelli di testosterone, androstenedione e DHEA-S (altri due ormoni androgeni) modicamente aumentati rispetto alla normalità.
Gli strumenti che permettono di visualizzare le ovaie hanno notevole valore per la diagnosi. L’ecografia della pelvi permette di valutare il volume delle ovaie e di evidenziare la presenza di cisti anche di piccole dimensioni
Terapia
I mezzi impiegati nel trattamento della policistosi ovarica possono inserirsi in punti diversi del circolo vizioso che perpetua la condizione morbosa, interrompendolo. Si può:
- ridurre la produzione di androgeni da parte dell’ovaio mediante la somministrazione di estroprogestinici (pillola);
- ridurre la formazione periferica di androgeni mediante la riduzione del peso corporeo;
- bloccare la loro azione sui recettori cellulari mediante un farmaco chiamato ciproterone, che è un derivato del progesterone;
- aumentare la secrezione di FSH, mediante la somministrazione di un farmaco chiamato clomifene.
La scelta della terapia più idonea si basa sulla sintomatologia prevalente e sul fatto che la paziente sia o meno desiderosa di prole. In ogni caso di sovrappeso si impone il dimagramento.