Vaccini pediatrici

Le vaccinazioni ci proteggono da malattie gravi e potenzialmente mortali e costituiscono uno dei più potenti strumenti di prevenzione a disposizione della sanità pubblica. Grazie alla vaccinazione, il vaiolo è stato eradicato a livello globale nel 1980 e la polio è stata eliminata da varie Regioni del mondo, inclusa la Regione europea nel 2002. Inoltre, le incidenze di altre malattie, come il morbillo, la rosolia, la pertosse, la parotite, la meningite da Haemophilus influenzae (Hib) sono diminuite notevolmente.

Cosa contengono e come funzionano i vaccini

L’immunizzazione attiva (o vaccinazione) contro le infezioni si basa sulla somministrazione di una piccolissima quantità di un agente infettivo inattivato (virus o batterio, ucciso o attenuato) o di componenti del microorganismo resi sicuri (come antigeni importanti o sostanze che alcuni microorganismi producono) o di proteine ottenute sinteticamente. In questo modo si evoca una risposta immunologica (immunità umorale e cellulare) simile a quella prodotta dall’infezione naturale senza causare la malattia e le sue complicanze.

Il principio sfruttato dalla vaccinazione è quello della memoria immunologica, cioè la speciale capacità del nostro sistema immunitario di ricordare le sostanze estranee, tra cui i microorganismi di diversa provenienza, che hanno attaccato il nostro organismo e contro le quali vengono prodotti anticorpi specifici. La vaccinazione simula il primo contatto con l’agente infettivo per stimolare il sistema immunitario e aumentare la concentrazione di cellule e anticorpi specifici in modo che se il microorganismo viene effettivamente incontrato può essere neutralizzato.

Con la vaccinazione, in alcuni casi i batteri e i virus sono introdotti nell’organismo già uccisi, quindi non più in grado di causare malattia ma ancora sufficienti a stimolare una risposta immunologica. In altri casi i batteri e i virus sono invece attenuati, ossia non uccisi ma modificati in modo da non essere più attivi. Esempi di vaccini attenuati sono il vaccino Sabin contro la poliomielite e il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia (Mpr). In alcuni casi, si utilizzano le sostanze tossiche prodotte dai microorganismi che vengono inattivate prima dell’introduzione nel nostro organismo, come nel caso del vaccino antitetanico e dell’antidifterico. A volte si utilizzano componenti della superficie dei virus o della capsula esterna dei batteri, come nel caso dell’Haemophilus influenzae b. Infine, una serie di vaccini prevede l’utilizzo di proteine sintetiche, ottenute in laboratorio e che simulano componenti dei virus, come è il caso dell’epatite B o della pertosse. Alle componenti batteriche e virali vengono aggiunti, nella composizione dei vaccini, diversi coadiuvanti per favorirne l’efficacia, prevenirne la contaminazione da parte di altri agenti microbici e stimolare le difese immunitarie dell’organismo vaccinato. Per avere maggiori dettagli sulle modalità di preparazione dei vaccini visita il sito del Network italiano per le vaccinazioni.

Nella maggior parte dei casi, le vaccinazioni proteggono per tutta la vita per cui non sono previsti richiami oltre al ciclo di base. Alcune vaccinazioni, come quella per il tetano, richiedono l’esecuzione di una o più dosi di richiamo dato che la protezione decade con il tempo. La vaccinazione quindi è il modo più sicuro ed efficace per ottenere la protezione da alcune gravi malattie. In caso di epidemie o dell’insorgenza di casi di malattia nella comunità, i soggetti vaccinati avranno probabilità molto minori o nulle di contrarre l’infezione. Il vantaggio non è solo personale però. Infatti, per le malattie infettive che si trasmettono da persona a persona, se la percentuale di soggetti vaccinati all’interno di una comunità o popolazione è sufficientemente elevata,  la trasmissione dell’agente infettivo nella popolazione è ridotta e anche i soggetti che per particolari condizioni di salute non possono ricevere il vaccino risultano protetti da quella che viene definita una “immunità di gregge”, cioè dalla bassa possibilità di diffusione della malattia, e quindi di contagio. Per alcune malattie, se vengono mantenute coperture sufficientemente elevate nel tempo, questo impedisce al virus di circolare fino alla sua scomparsa permanente. Per le malattie infettive che non si trasmettono da persona a persona, come il tetano, non è valido il concetto dell’immunità di gregge e ogni persona non adeguatamente vaccinata è a rischio di contrarre la malattia.

 Obiettivi di una strategia vaccinale

I possibili obiettivi di una strategia vaccinale sono tre: controllo, eliminazione ed eradicazione. Il controllo di una malattia si riferisce alla riduzione del numero di casi e/o delle sue complicanze, come ad esempio nel caso della vaccinazione antinfluenzale somministrata agli anziani e nei soggetti a maggior rischio. Per eliminazione invece si intende l’interruzione della trasmissione endemica di una malattia in una determinata area geografica, con assenza di casi autoctoni di malattia. Con l’eliminazione di una malattia da una determinata area geografica rimane comunque il rischio di reintroduzione della malattia da altre aree dove questa è ancora presente oppure di contrarre la malattia durante un viaggio all’estero. Per questo, la vaccinazione deve essere continuata. Infine, il traguardo più ambizioso riguarda l’eradicazione di una malattia. Questa si riferisce alla definitiva scomparsa dell’agente causale e della malattia a livello globale. Solo con l’eradicazione non c’è più bisogno di vaccinare visto che non c’è più né la malattia né l’agente patogeno. Questo traguardo è stato finora raggiunto solo per il vaiolo.

Che cosa fare prima della somministrazione di un vaccino?

Prima della somministrazione del vaccino, ricordati di comunicare all’operatore sanitario:

  • l’ultima vaccinazione, soprattutto se si tratta di dosi di richiamo;
  • eventuali febbri o raffreddori dei giorni precedenti al vaccino.

Come può essere somministrato un vaccino?

Il vaccino può essere somministrato per:

  • via intramuscolare (iniezione nel tessuto muscolare di braccio o coscia);
  • via sottocutanea (iniezione nel tessuto sotto la cute di braccio o coscia);

Cosa fare dopo il vaccino?

Succede che i genitori abbiano dei dubbi su che cosa fare se il bambino ha dei disturbi dopo una vaccinazione. I bambini infatti possono essere particolarmente irrequieti o piangere perché sentono dolore nella sede dell’iniezione o hanno la febbre.
Consigliamo di somministrare paracetamolo (secondo il peso) che aiuta a ridurre il dolore e la febbre;Se lo stato d’irrequietezza persiste per più di 24 ore, consultate il pediatra.

La sede d’iniezione è calda, gonfia e arrossata, che cosa devo fare?

Applicate un panno pulito e fresco sulla zona dolorosa e infiammata.
Se ritenete che il bambino abbia molto dolore, poiché reagisce alla minima pressione, consultate il pediatra.

Il bambino è caldo, che cosa devo fare?

Misurate la temperatura del bambino, se ha la febbre:

  • dategli acqua in abbondanza;
  • vestitelo in modo leggero;
  • somministrate paracetamolo (secondo il peso).

Nei casi in cui il bambino continua ad avere la febbre per oltre 24 ore, oppure la febbre aumenta, si presentano sintomi insoliti, è bene consultate il pediatra o andate in pronto soccorso.

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